Oggi mi sono svegliato tardi, molto tardi.
L'anteprima della giornata me l'ha data mio padre: "Giuseppe, non funziona il server al capannone, senti Patrizia".
Io allora mi alzo, la chiamo e capisco che qualcosa di grave è accaduto. Pero' stavo morendo di sonno e mi appisolo un paio di altre ore.
Alle 14 e 30 vado in stabilimento. Avvio Windows 2008 Server e.. schermata Blu; metto il CD di avvio e.. schermata Blu con un "Machine Check Exception". Allora capisco: scheda madre, Ram o HardDisk bruciato.
Un brivido corre lungo la schiena. Chiamo l'azienda che ci gestisce il software e mi dicono di portagli il server.
Qualche tempo fa, per sicurezza ne avevo assemblato un altro identico ma stava ancora a casa. Cosi' prendo il computer dello stabilimento e corro a caricare l'altro e poi mi dirigo verso Siracusa.
Era un po' di tempo che non percorrevo quella strada. E' molto scorrevole con la nuova autostrada piena di gallerie modernissime. In meno di un ora arrivo. Unica scocciatura il traffico dentro città.
Qui inizio a parlare con il mio ex titolare. E' bello vedere il progetto per cui avevo lavorato cresciuto e diventato un perfetto ometto. Vedo anche il nuovo software Arca Evolutio è molto simile a Metodo (sono due ERP) nelle nuove funzionalità.
Nel frattempo i ragazzi aprono il server ed iniziano a smontare banchi di memoria. Fortunatamente trovano subito l'inghippo: 2 si sono bruciati. In 1/2 ora il problema è risolto ed io riporto il server con 4 Giga anzicchè due.
Faccio la strada mooooooolto velocemente. Ormai non accadeva più da tempo. Arrivo a Piano tavola e c'e' mio padre ad attendermi. Montiamo il computer. Grazie a Fabio, il sistemista, ci sono tutti i cavi e gli attacchi di rete con su scritto a cosa servono.
Il PC si avvia. Chiamo al negozio e riescono a connettersi da remoto.
Allora saluto e vado a casa. Qui mi attende un po' di telegiornale e la digitalizzazione delle cassettine de "Lo spagnolo per te", comprato a meno di 50 Euro su e-bay. Un giorno sapro' anche questa lingua :-)
La sera prosegue con la cena, un po' di TV (Ballaro') ed infine eccomi qui, a scrivere qua e la su internet.
Ecco come trascorre, come tante altre volte, la mia vita.
Giuseppe Chillemi
martedì 30 novembre 2010
lunedì 29 novembre 2010
Accesa una candela per il mondo
Stanotte si respira un'atmosfera surreale nella mia stanza.
Sono al buio, alla mia destra un cappello da cow-boy, di fronte a me la luce dei monitor ed accanto alla tastiera una candela accesa.
Avevo voglia di spiritualità e la luce tenue di questa fiammella accompagne queste ore della mia vita in cui penso allo schifo che il genere umano ha portato in questo mondo.
Sono passati miliardi di anni e madre natura ha forgiato e plasmato la terra per renderla un posto dove possiamo esistere e trascorrere i nostri anni cibandoci, vestendoci, chiaccerando, viaggiando.
Eppure sembra che un male, insito dentro di noi, ci porti a non considerare quanto fragile sia l'ecosistema che ci sorregge.
Qualche ora fa sentivo il portavoce scientifico del WWF che diceva: "stiamo consumando ogni anno quanto il mondo produce in un anno e mezzo. C'e' un deficit di oltre il 50% perchè la stima è per difetto".
Io ci credo, lo vedo ogni giorno nella spazzatura che produciamo; lo vedo quando osservo alla TV le montagne di rifiuti di Napoli; nelle immagini delle foreste tagliate. Che ci stiamo letteralmente "mangiando" il mondo lo osserviamo quotidianamente nella nebbie di smog delle grandi metropoli; nel racconto di quell'isola di rifiuti che c'e' in qualche parte dell'atlantico; nei ghiacci che si sciolgono; nei terreni contaminati; nelle specie che si estinguono dopo milioni di anni di evoluzione.
Ma che "fame" ha l'uomo ? Sembra che sia insaziabile e fatta di ricchezza, di potere, di dominio. Era il paradiso terrestre e fra poco sarà l'inferno. A nostra immagine e somiglianza significa questo ?
La prima, la seconda, la terza casa; gli abiti sempre nuovi; le macchine potenti; le calzature ultima moda; gli accessori di grido; le inutilità a riempire la vita; cibi che vengono da lontano grazie a tonnellate di combustibile; nuovi mobili per rendere "elegante" il nostro inferno quotidiano. E via al consumo più sfrenato, al desiderio dell'apparire piuttosto che essere; mostrare per scalare la scala sociale.
In un centinaio di anni abbiamo fatto alla nostra beneamata terra più danni di decine di bombe atomiche.
Cosi' guardo la mia candela accesa e prego:
Sono pessimista. Lo ammetto. Negli sguardi delle persone vedo solo cattiveria, amor proprio, ignoranza.
Credo proprio che nel paradiso promesso dopo la morte non ci andrà nessuno. Non abbiamo imparato niente e la nostra anima è governata da diavoli.
Giuseppe Chillemi
Sono al buio, alla mia destra un cappello da cow-boy, di fronte a me la luce dei monitor ed accanto alla tastiera una candela accesa.
Avevo voglia di spiritualità e la luce tenue di questa fiammella accompagne queste ore della mia vita in cui penso allo schifo che il genere umano ha portato in questo mondo.
Sono passati miliardi di anni e madre natura ha forgiato e plasmato la terra per renderla un posto dove possiamo esistere e trascorrere i nostri anni cibandoci, vestendoci, chiaccerando, viaggiando.
Eppure sembra che un male, insito dentro di noi, ci porti a non considerare quanto fragile sia l'ecosistema che ci sorregge.
Qualche ora fa sentivo il portavoce scientifico del WWF che diceva: "stiamo consumando ogni anno quanto il mondo produce in un anno e mezzo. C'e' un deficit di oltre il 50% perchè la stima è per difetto".
Io ci credo, lo vedo ogni giorno nella spazzatura che produciamo; lo vedo quando osservo alla TV le montagne di rifiuti di Napoli; nelle immagini delle foreste tagliate. Che ci stiamo letteralmente "mangiando" il mondo lo osserviamo quotidianamente nella nebbie di smog delle grandi metropoli; nel racconto di quell'isola di rifiuti che c'e' in qualche parte dell'atlantico; nei ghiacci che si sciolgono; nei terreni contaminati; nelle specie che si estinguono dopo milioni di anni di evoluzione.
Ma che "fame" ha l'uomo ? Sembra che sia insaziabile e fatta di ricchezza, di potere, di dominio. Era il paradiso terrestre e fra poco sarà l'inferno. A nostra immagine e somiglianza significa questo ?
La prima, la seconda, la terza casa; gli abiti sempre nuovi; le macchine potenti; le calzature ultima moda; gli accessori di grido; le inutilità a riempire la vita; cibi che vengono da lontano grazie a tonnellate di combustibile; nuovi mobili per rendere "elegante" il nostro inferno quotidiano. E via al consumo più sfrenato, al desiderio dell'apparire piuttosto che essere; mostrare per scalare la scala sociale.
In un centinaio di anni abbiamo fatto alla nostra beneamata terra più danni di decine di bombe atomiche.
Cosi' guardo la mia candela accesa e prego:
- Che l'essere umano rinsavisca senza bisogno di una catastrofe
- Che i consumi diminuiscano e si orientino all'ecosostenibilità
- Che i nostri scarti possano essere riutilizzati ed usati in un ciclo continuo
- Che il trasporto pubblico possa soppiantare l'egoistico trasporto privato
- Che terra, cielo e mare possano essere rispettati e non avvelenati.
- Che la ricchezza sia di tutti e non di pochi
- Che le genti capiscano che nella vita basta solo un TOT e non di più
- Che la generosità inizi a far parte dei cuori di ciascuno
Sono pessimista. Lo ammetto. Negli sguardi delle persone vedo solo cattiveria, amor proprio, ignoranza.
Credo proprio che nel paradiso promesso dopo la morte non ci andrà nessuno. Non abbiamo imparato niente e la nostra anima è governata da diavoli.
Giuseppe Chillemi
domenica 21 novembre 2010
Finanziamenti impossibili
Oggi sono andato all'Expobit ed ho trovato un mio amico.
Ci siamo messi a chiaccherare del più e del meno. Quando ha visto la cartella di Sviluppo Italia che mi ero portato dal loro stand si è messo a ridere.
Perchè ridi ? (dico io) Perchè era meglio se il finanziamento non l'avessimo chiesto ! (Risponde lui).
A quanto pare si sono invischiati in un dedalo di burocrazia che gli è costato caro e per caro intendo la perdita di quasi avevano richiesto quando avevano già effettuato le spese.
Non è lui il solo nella stessa situazione. Molte aziende si sono trovate vittima della burocrazia ed hanno perso parte dei finanziamenti. A noi, con l'attività di famiglia, è toccata una sorte simile circa 10 anni fa. L'azienda è stata ferma per 2 anni perchè mancavano le autorizzazioni che la pubblica amministrazione non faceva arrivare. Il motivo lo sanno solo loro. Immaginate banche che chiudono i conti, carte di credito ritirate, possibilità di fallimento.
Il mio amico diceva: "ho parlato con una conoscente Polacca, li in 60 giorni gli hanno erogato il finanziamento per la macelleria". Cose qui impensabili.
Allora mi chiedo: cosa paghiamo a fare i carrozzoni fatti di scalda sedie e mangia stipendio se alla fine non ti aiutano ? Già perchè lo facciamo ? E chi glieli ha messi li ? Chi è che fa tutte queste regole e non controlla cosa significa per una società doverle affrontare ?
Mi rendo sempre più conto che al potere ci sono buffoni ignoranti, pagliacci a cui interessa solo portarsi stipendi e mazzette a casa e di noi non interessa propio nulla.
Dovremmo stare uniti, dovremmo preparare tutti assieme una gran pedatona e cacciarli via.
Stiamo perdendo tutto. A quando anche la dignità ? Beh, quella l'abbiamo già persa quando chiediamo favori per atti che ci spettano di diritto e noi li a pregare, pregare, pregare, dire PER FAVORE !
Giuseppe Chillemi
http://www.giuseppechillemi.it
Ci siamo messi a chiaccherare del più e del meno. Quando ha visto la cartella di Sviluppo Italia che mi ero portato dal loro stand si è messo a ridere.
Perchè ridi ? (dico io) Perchè era meglio se il finanziamento non l'avessimo chiesto ! (Risponde lui).
A quanto pare si sono invischiati in un dedalo di burocrazia che gli è costato caro e per caro intendo la perdita di quasi avevano richiesto quando avevano già effettuato le spese.
Non è lui il solo nella stessa situazione. Molte aziende si sono trovate vittima della burocrazia ed hanno perso parte dei finanziamenti. A noi, con l'attività di famiglia, è toccata una sorte simile circa 10 anni fa. L'azienda è stata ferma per 2 anni perchè mancavano le autorizzazioni che la pubblica amministrazione non faceva arrivare. Il motivo lo sanno solo loro. Immaginate banche che chiudono i conti, carte di credito ritirate, possibilità di fallimento.
Il mio amico diceva: "ho parlato con una conoscente Polacca, li in 60 giorni gli hanno erogato il finanziamento per la macelleria". Cose qui impensabili.
Allora mi chiedo: cosa paghiamo a fare i carrozzoni fatti di scalda sedie e mangia stipendio se alla fine non ti aiutano ? Già perchè lo facciamo ? E chi glieli ha messi li ? Chi è che fa tutte queste regole e non controlla cosa significa per una società doverle affrontare ?
Mi rendo sempre più conto che al potere ci sono buffoni ignoranti, pagliacci a cui interessa solo portarsi stipendi e mazzette a casa e di noi non interessa propio nulla.
Dovremmo stare uniti, dovremmo preparare tutti assieme una gran pedatona e cacciarli via.
Stiamo perdendo tutto. A quando anche la dignità ? Beh, quella l'abbiamo già persa quando chiediamo favori per atti che ci spettano di diritto e noi li a pregare, pregare, pregare, dire PER FAVORE !
Giuseppe Chillemi
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martedì 16 novembre 2010
Controllare i prezzi dei mercati a bassa innovazione
A volte mi chiedo, io, figlio di una famiglia medio borghese di lavoratiri e pastai, se in certi ambieni il capitalismo offre ormai frutti perversi e non più convenienze.
Me lo domando da persona che sa quali sono le logiche che regolano i prezzi delle materie prime e di tutti i prodotti in genere: hai i costi fissi, quelli variabili, il prezzo di vendita e il volume da vendere. Questo si complica ai livelli alti della gerarchie economiche ma per quelle basse c'e' una sostanziale staticità.
In una economia capitalistica il plusvalore che si ottiene dalla vendita rappresenta il guadagno. Assistiamo pero' ad una contrattura ai livello bassi: ormai i margini sono risicati ed addirittura si lavora in perdita.
Penso in special modo all'agricolutra: qui il capitalismo ha esaurito la sua spinta innovativa ed iniziano a nascere i frutti marci.
Mi riferisco all'ingegneria genetica sui prodotti OGM che servono per due scopi: fare rendere più volume di prodotto per ettaro di terra e far diventare dipendenti per le sementi i coltivatori. Una vera e propria distorsione di madre natura. E che dire dei periodi di sovraproduzione dove letterlamente si butta il frutto della terra per evitare che il prezzo si abbassi troppo. Un vero e proprio sputo in faccia ai 7Milioni di uomini che muoiono ogni anno di fame. Ed infine: vogliamo parlare dei lavoratori sfruttati a nero per risparmiare qualche centesimo sul prodotto finito ?
Dicevo: quando non c'e' più innovazione, quando il guadagno diventa zero o in perdita, forse sarebbe meglio guardare alla funzione sociale di quei mercati e pseudostatalizzarli.
Mi vengono un paio di idee: il volume di produzione per ettaro è fluttuante ma stabile, il numero di lavoratori è conosciuto, i costi di distribuzione e dei concimi e dei pesticidi pure. Allora stabiliamo un prezzo minimo di vendita, stabiliamo che il surplus produttivo vada ai mercati, o ai poveri, senza distruggere il prezzo, che gli operai siano pagati quanto si deve e che i datori di lavoro prendano quel tanto di guadagno che ripaghi fatica e responsabilità. Infine, facciamo in modo che questi non cerchino soluzioni OGM per aumentare il reddito a discapito di tutti noi.
Rammentiamo tutti: pochi centesimi al kilo sono la differenza fra la vita e la morte di una azienda, fra 10 operai messi in regola o 10 sottopagati a nero e senza tutele.
Si, sono certo, la mia sarebbe una rivoluzione. Penso una rivoluzione benigna.
Diceva Gandhi un tempo: la terra produce cibo per tutti ed è solo le volontà delle genti che crea povertà e ricchezza.
Meditiamo
Giuseppe Chillei
http://www.giuseppechillemi.it
Me lo domando da persona che sa quali sono le logiche che regolano i prezzi delle materie prime e di tutti i prodotti in genere: hai i costi fissi, quelli variabili, il prezzo di vendita e il volume da vendere. Questo si complica ai livelli alti della gerarchie economiche ma per quelle basse c'e' una sostanziale staticità.
In una economia capitalistica il plusvalore che si ottiene dalla vendita rappresenta il guadagno. Assistiamo pero' ad una contrattura ai livello bassi: ormai i margini sono risicati ed addirittura si lavora in perdita.
Penso in special modo all'agricolutra: qui il capitalismo ha esaurito la sua spinta innovativa ed iniziano a nascere i frutti marci.
Mi riferisco all'ingegneria genetica sui prodotti OGM che servono per due scopi: fare rendere più volume di prodotto per ettaro di terra e far diventare dipendenti per le sementi i coltivatori. Una vera e propria distorsione di madre natura. E che dire dei periodi di sovraproduzione dove letterlamente si butta il frutto della terra per evitare che il prezzo si abbassi troppo. Un vero e proprio sputo in faccia ai 7Milioni di uomini che muoiono ogni anno di fame. Ed infine: vogliamo parlare dei lavoratori sfruttati a nero per risparmiare qualche centesimo sul prodotto finito ?
Dicevo: quando non c'e' più innovazione, quando il guadagno diventa zero o in perdita, forse sarebbe meglio guardare alla funzione sociale di quei mercati e pseudostatalizzarli.
Mi vengono un paio di idee: il volume di produzione per ettaro è fluttuante ma stabile, il numero di lavoratori è conosciuto, i costi di distribuzione e dei concimi e dei pesticidi pure. Allora stabiliamo un prezzo minimo di vendita, stabiliamo che il surplus produttivo vada ai mercati, o ai poveri, senza distruggere il prezzo, che gli operai siano pagati quanto si deve e che i datori di lavoro prendano quel tanto di guadagno che ripaghi fatica e responsabilità. Infine, facciamo in modo che questi non cerchino soluzioni OGM per aumentare il reddito a discapito di tutti noi.
Rammentiamo tutti: pochi centesimi al kilo sono la differenza fra la vita e la morte di una azienda, fra 10 operai messi in regola o 10 sottopagati a nero e senza tutele.
Si, sono certo, la mia sarebbe una rivoluzione. Penso una rivoluzione benigna.
Diceva Gandhi un tempo: la terra produce cibo per tutti ed è solo le volontà delle genti che crea povertà e ricchezza.
Meditiamo
Giuseppe Chillei
http://www.giuseppechillemi.it
lunedì 15 novembre 2010
Offri !
Il modo migliore di riemprire il tuo mazzo di gioia e riempire quello di un altro.
Giuseppe Chillemi
http://www.giuseppechillemi.it
domenica 14 novembre 2010
Minimalismo
Qualche giorno fa leggevo La Repubblica ed ho trovato questo termine. Si riferisce alla tendenza della gente di vivere al minimo e senza il superfluo, basando tutta la propria vita sul digitale e tendendo dappresso quello che serve.
Minimalismo è una pratica che sto iniziando ad adottare da un anno a questa parte: getto via riviste, libri che posso avere in formato elettronico, CD e tanto altro.
Ho creato un piano di lavoro che in un paio di anni mi porterà ad avere tutto racchiuso in un paio di HD portatili. Il progetto è semplice: digitalizzare libri, fumetti, CD, DVD e liberare lo spazio che prima occupavano nel mondo "Old Style".
Cosi' le foto fatte da mio padre ai tempi d'oro della sua passione vengono portate al computer e restaurate, i libri scannerizzati e resi fruibili sul lettore digitale ed i CD rippati e trasformati in MP3, o meglio in OGG.
Alcuni frutti di questo lavoro si vedono già ma siamo ancora agli inizi.
Arriverà il giorno in cui potro' dire: "è tutto qui !" e mostrare l'HD da 2TB in cui ho racchiuso ogni cosa.
Gli alieni che colonizzeranno la terra si dovranno mettere l'anima in pace e per vedermi dovranno fare il reverse engineering del sistema NTFS, del JPEG, del DIVX, del PDF e dell'MP3 ed avere un bel PC compatibile.
Alcuni di quelli a cui l'ho raccontato rabbrividiscono al pensiero che distrugga ogni cosa per metterla in digitale. Specialmente i puristi del libro hanno storto il naso al pensiero.
Comunque la strada è intrapresa. Vi raccontero' quando finitò.
Giuseppe Chillemi
http://www.giuseppechillemi.it
Minimalismo è una pratica che sto iniziando ad adottare da un anno a questa parte: getto via riviste, libri che posso avere in formato elettronico, CD e tanto altro.
Ho creato un piano di lavoro che in un paio di anni mi porterà ad avere tutto racchiuso in un paio di HD portatili. Il progetto è semplice: digitalizzare libri, fumetti, CD, DVD e liberare lo spazio che prima occupavano nel mondo "Old Style".
Cosi' le foto fatte da mio padre ai tempi d'oro della sua passione vengono portate al computer e restaurate, i libri scannerizzati e resi fruibili sul lettore digitale ed i CD rippati e trasformati in MP3, o meglio in OGG.
Alcuni frutti di questo lavoro si vedono già ma siamo ancora agli inizi.
Arriverà il giorno in cui potro' dire: "è tutto qui !" e mostrare l'HD da 2TB in cui ho racchiuso ogni cosa.
Gli alieni che colonizzeranno la terra si dovranno mettere l'anima in pace e per vedermi dovranno fare il reverse engineering del sistema NTFS, del JPEG, del DIVX, del PDF e dell'MP3 ed avere un bel PC compatibile.
Alcuni di quelli a cui l'ho raccontato rabbrividiscono al pensiero che distrugga ogni cosa per metterla in digitale. Specialmente i puristi del libro hanno storto il naso al pensiero.
Comunque la strada è intrapresa. Vi raccontero' quando finitò.
Giuseppe Chillemi
http://www.giuseppechillemi.it
sabato 6 novembre 2010
giovedì 4 novembre 2010
Si ricomincia con la palestra !
Circa un mese fa sono andato alle poste del mio paese ed all'uscita ho imboccato una via che non prendevo mai e mi sono perso. Strada facendo sono spuntato davanti ad una insegna con scritto "PALESTRA". Non sapevo a San Pietro Clarenza ce ne fosse una.
Davanti lasciava molto a desiderare; e' il piano interrato di una villetta e questo faceva presagire. Pero' mi sono detto: chi se ne frega se sarà piccola. Se palestra deve essere, che palestra sia.
Allora trascoso un mese ci sono andato direttamente con i soldi per iscrivermi e voilà: la palestra non e' cosi' piccola ed inoltre si paga pure poco ed è a 200 metri da casa mia.
Cosi' venerdi' si comincia, piano piano, questa nuova avventura nella speranza di rimettere in moto il mio corpo appesantito ed arrugginito.
Giuseppe Chillemi
Davanti lasciava molto a desiderare; e' il piano interrato di una villetta e questo faceva presagire. Pero' mi sono detto: chi se ne frega se sarà piccola. Se palestra deve essere, che palestra sia.
Allora trascoso un mese ci sono andato direttamente con i soldi per iscrivermi e voilà: la palestra non e' cosi' piccola ed inoltre si paga pure poco ed è a 200 metri da casa mia.
Cosi' venerdi' si comincia, piano piano, questa nuova avventura nella speranza di rimettere in moto il mio corpo appesantito ed arrugginito.
Giuseppe Chillemi
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