sabato 28 marzo 2009

Ascoltare i giovani, esperienza personale

Ho fatto tanti lavori nella mia vita. Tutti fallimentari economicamente per me ma di successo per chi mi ha assunto.

Cosa accadeva ? Portavo idee, nuovi concetti e venivano applicati con interesse ma tutti facevano il gioco del padrone che ti paga poco e fa finta di non ascoltarti.

Una società in particolare mi ha molto seguito, era di un imprenditore furbo ma aperto alle nuove idee, ha creduto molto in quello che ho detto ed ora naviga l'onda sulla cresta e su quell'idea fa buoni fatturati annui.

Solo un'azienda non mi ha ascoltato, azienda dove mi accingo a rientrare dopo un furibondo periodo di liti durato 8 anni.
Cosa è accaduto ? E' accaduto che io avevo le classiche idee innovative e presuntuose dei giovani e l'azienda aveva la mentalità del padre padrone che non vuole offuscata la propria immagine.
Avevo 8 anni meno, una eternità. Ero impulsivo ed incapace di accettare quei no che sembravano come un'offesa alla mia persona e me ne sono andato.

Questo lungo periodo mi è servito per immedesimarmi nella posizione degli altri e capire i limiti loro e miei. Specialmente il settore informatico mi ha dato una grande lezione: se il cliente non è pronto allora non portare avanti soluzioni che lo potrebbero ingolfare e fare fallire.
Cio' mi ha imposto a rivedere molte mie posizioni ed ho avuto la certezza di alcuni fatti. In primis che qui da noi manca uno studio serio delle dinamiche aziendali che portano il non dialogo e la chiusura della comunicazione; e questo anche a livello personale. C'e' poi una notevole diffidenza verso i giovani e la cultura dell'innovazione, diffidenza che solo una campagna mediatico culturale puo' portare a cambiare. Nemmeno il ricambio generazionale ci riesce perchè i genitori inculcano ai figli lo stile precedente. Cosi', intere idee che potrebbero smuovere l'economia crepano e vengono seppellite.

Dove ho trovato invece il cambiamento ? Nelle grandi multinazionali che provengono dalla cultura anglosassone e americana. Qui giovani leader capeggiano interi settori e portano quel rinnovamento necessario perchè giovinezza vuol dire parlare il linguaggio attuale, cavalcare i simboli ed i valori correnti e quindi sapere inturire cosa vogliono gli altri.

Non so quanto tempo passerà ma spero che finalmente l'Italia cambi, prima o poi. Qui gli 80 enni sono ancora al governo di tutto e vivono in un mondo che non esiste più, non capiscono e pensano attuale quello che lo era nel proprio tempo.
Se non muteremo, un intero sistema paese fallirà.
Mutare non significa buttare all'aria tutto il vecchio, ma prendere sia il nuovo che quello che già esiste e rivisitarlo in una chiave dove possa divenire attuale vivo e vendibile.
Vedi i vecchi borghi e le tradizioni che riprendono vita, vedi la cultura grstronomica, vedi il turismo.
Ci sono grandi opportunità da cogliere.

A dimenticavo ! Cosa è accaduto dopo 8 anni in quella società che ci ha portato a riunirci ? E' accaduto che, sebbene sia molto cresciuta, ha raggiunto il limite di vita dei prodotti e non essendoci stata l'innovazione che avevo chiesto 8 anni prima a gran voce e con parecchie liti, oggi si ritrova stagnante e sebbene i prodotti siano ottimi, riesce a coprire solo parte dei nuovi bisogni del mercato. Serve quella mentalità che allora era quasi una bestemmia.

Non la considero ne' una vittoria ne' un fallimento ma solo na presa di coscienza di entrambi, dei limiti che avevamo allora nella nostra comuniazione e nei nostri valori.

Le prospettive sono ritornate positive e quindi si puo' ricominciare a collaborare.

Questa mia esperienza spero venga ripetuta ed acquisita ovunque perchè è la base per tutto. Dialogo, confronto, tentare e fallire, tentare e riuscire ed infine trasformarsi.

Stringo chiunque mi legga.

Alla prossima !

Giuseppe Chillemi
www.chillemi.eu

martedì 17 marzo 2009

Cani, Bastardi ed altre figure.

Oggi hanno seppellito il ragazzino sbranato dai cani in Sicilia. Lutto cittadino, sopralluoghi delle forze dell'ordine ma ormai è tardi: il morto c'e' scappato.

Sempre nella stessa cittadina, una turista tedesca che correva sulla spiaggia è stata aggredita dallo stesso branco di randagi mentre il sindaco faceva il "sopralluogo" ed è stato cosi' "fortunato" da vedere con i suoi occhi i frutti del cattivo governo e della cattiva gente.

Come chiamare altrimenti quello che accade ? Gente che abbandona i cani, gente che non costruisce i canili perchè non si è messa daccordo su chi deve mangiarci ed animali che non mangiano e sono alla merce' del mondo e diventano aggressivi e pericolosi.

L'ho scritto su questo blog qualche mese fa: a Tarderia, poco sopra Pedara, dove abbiamo la casa di campagna, da 3 anni si è infoltito un nutrito numero di branchi tanto da non potere uscire e passeggiare. Se arrivavi in moto ti inseguivano e cercavano di saltarti addosso. A me è accaduto diverse volte.

Avevo fatto una petizione ma la risposta è stata "non ci sono soldi". I soldi certamente c'erano ma l'affare canili sicuramente non era stato definito da chi stava al potere.
Lola, la mia cagnolina, è stata sbranata ben due volte. Diverse centinaia di punti, medicinali e cure interminabili l'hanno salvata. Ora sembra una coperta rammendata.
Ricordo pure i "buoni samaritani" con cui litigavamo a cui chiedevamo di non dare da mangiare agli animali in zone abitate perchè poi si insediavano. Loro erano "animalisti" ed amavano più i cani delle persone.

Anche a Pedara poteva scapparci il morto ma non è accaduto. Invece ci sono scappate le polpettine avvelenate che qualcuno ha piazzato ed il problema dei cani è stato risolto. Quando manca lo stato la gente fa da se, nel modo più barbaro, ma fa da se.

Io mi chiedo ora: chi è il vero cane, il vero bastardo ? Quello che non agisce, quello che abbandona, quello che fa stare i cani randagi dietro le case della gente, quello che li avvelena perchè esasperato oppure tutti assieme ?

Il cane, credo sia l'ultimo di questa lista perchè lui "bastardo" è per natura. Abbandonato e solo si organizza in branco per sopravvivere. Ha le sue ragioni e dobbiamo essere noi quelli civili che risolvono situazioni del genere costruendo civilmente e rapidamente canili che non siano lager ma possano ospitare queste comunità animali perchè anche loro è questo mondo.

Spero non si ripetano situazioni del genere ma l'estate è alle porte e l'Etna è una bella tentazione per chi vuole abbandonare il proprio "migliore amico".

E cosi' torneranno i bastardi, umani o animali che siano.

Giuseppe Chillemi
www.chillemi.eu

lunedì 16 marzo 2009

Report e Catania

Stasera non potevo mancare davanti alla TV perchè si parlava della mia città.
Certe cose le conoscevo perchè ne ha parlato la cronaca: mi riferisco alla mafia infiltrata nella festa di Sant'Agata, la patrona; del monopolio dell'informazione in Sicilia e degli sprechi nella pubblica amministrazione.
Quello che non sapevo era la quantità, le modalità e le ragioni di questi sprechi: fare voti, detenere il potere, lasciare la gente sempre nel bisogno per indurli a votare ed ottenere questo o quel favore che mai arriva.
Quanti sprechi ! Quante cattedrali nel deserto ! Quanto immobilismo ! Quanta mancanza di meritocrazia !

Mi sono domandato perchè la gente non apre gli occhi e non cambia ? Perchè questo estremo individualismo che porta tutti a guardare non oltre il proprio orticello ?
Basterebbe viaggiare e spostarsi al nord o in un paese straniero un po' più civile e capire come tutto potrebbe andare meglio. Quando le persone perseguono il bene comune e stanno unite di riflesso la loro vita migliora: scompare la spazzatura, c'e' più lavoro, efficienza, giustizia.
Siamo alle porte del 2010 e questo millennio dovrebbe aiutare, grazie anche alle tecnologie, a creare una vita più equa, sana e civile per intere popolazioni. Invece sembra di essere ancora all'età della pietra.

Il merito, commissioni di vigilanza tecniche e non corrotte dai politici, osservazione ed attenzione della cosa pubblica e cioe' di chi è lì, perchè e lì cosa decide e quali correnti lo portano. Cose normali in una democrazia moderna ma che qui non esistono.

Mi domando cosa possiamo fare noi della nostra generazione. Io non esito a non definirmi più nuova perchè ho 34 anni e sono sulla soglia dei 35. Le nuove generazioni sono quelle di 8,9 -15,16 anni.

Ricordo che a scuola mi insegnavano "educazione civica" ma mai nessuno mi ha parlato di diritti, di equità, di liberta di pensiero, di differenziazione dell'immondizia, di condizionamenti politici e la mafia era un tabù per i docenti ed eroina per i giovani a cui i vecchi avevano raccontato la favola che "ti risolve tutti i problemi".

Sappiamo tutti di vivere nel marcio e siamo vittime e complici dei nostri carnefici. Sappiamo cosi' bene che le cose vanno male; che questo o quel primario sono incompetenti tanto che andiamo a curarci altrove perchè qui ci ammazzano. Sappiamo che per aprire un'attività devi passare dalle forche caudine della burocrazia, del pizzo e degli interessi di questo o di quello che dalla pubblica amministrazione ti guarda e riferisce a chi ha interesse ad controllarci e lucrare...
... eppure rimaniamo immobili.

Credo che l'italiano ed il meridionale sia uno dei popoli che si è ormai arreso per autoconvizione di essere impotenti. Abbiamo appreso l'impotenza facendola nostra e non c'e' un barlume di motivazione o convizione che sembra smuovere le coscienze.
Io sono molto demotivato e solo. Non vedo nessuno accanto a me parlare di queste cose e certuni mi dicono anzi "statti zitto".

Zitti, sudditi, prosciugati, sofferenti e bisognosi. E' cosi' che ci vogliono i "santi" del potere perchè altrimenti non avremmo bisogno di loro, perchè poi si dovrebbero occupare di problemi veri e cambiare.
Ribadisco. Mi sento solo e sono molto scettico. C'e' troppo silenzio e complicità intorno a me.

Giuseppe Chillemi

giovedì 5 marzo 2009

Beh, non potevo mancare



Presa direttamente da facebook vi lascio l'immagine che mi ha fatto sghignazzare questa sera prima di addormentarmi !

Giuseppe Chillemi

Non posso credere che siano trascorsi 4 anni in silenzio. Eppure è accaduto, la vita mi ha trascinato altrove. Il sorriso non mi manca ma l...